Oggi qualcuno mi ha chiesto come faccio ad essere così?
Se lo sono sempre stata o mi è successo qualcosa strada facendo.
Così come?
Creativa, positiva, particolare e non ricordo bene cos?altro.
Lusingata, bella sensazione, che come sempre mi spaventa un po??
Cadere nella trappola di sentirsi qualcuno perché apprezzata per me è un attimo, ma non ho paura.
Non ho paura di morire, di soffrire, di sparire.
E questo mi da una grande forza.
Non quella forza che serve per piegare la vita, quella che serve per cavalcarla.
E se non hai paura delle cose, le guardi in faccia.
Emozionata, con la voce e il cuore tremante, consapevole del rischio, ma la guardi in faccia.
E questo mi ricorda un sogno che faccio spesso da quando ero piccola e che probabilmente fanno in molti: respirare sott?acqua.
Trovarsi in una situazione di difficoltà, almeno apparente secondo quello che è convenzionalmente riconosciuto come difficile o impossibile. Come stare sott?acqua.
E poi arrendersi, lasciare fare, curiosamente chiedersi: ma che succede se?
Se lascio andare,
se lascio fare,
se mollo la presa
se mi affido
se mi abbandono senza andarmene via.
E nel sogno rimango sotto. E dopo un po? di fatica cercando di trattenere il respiro, il respiro poi lo faccio. Basta, ho deciso, vado oltre.
E sempre nel sogno appare la sorpresa dietro la porta. Oltre c?è altro.
Oltre non c?è la fine, oltre c?è il nuovo.
Io respiro e la sorpresa è che qualcosa si sblocca e funziona indipendentemente da me.
La stessa cosa succede da sveglia, nella vita vera? se di vita vera si può parlare.
Ho paura, qualcosa mi spaventa, e io provo lo stesso.
Provo a respirare la lusinga, il complimento e corro il rischio di perdermi nella ricerca di approvazione soddisfatta.
Basta, ho deciso vado oltre, di nuovo.
E dietro la porta stavolta c?è la semplicità: la domanda era ?come fai ad essere così? e qualcosa più grande di me ha risposto, sia a me che a chi mi ha fatto la domanda.
Il mio essere così è un dono. Un dono speciale che dipende da tante cose, ma quella che adesso mi appare chiara sono i miei occhi.
Sono stata fortunata perché i miei occhi vedono oltre.
Vedono dietro, sopra, sotto, intorno, avanti, prima e dopo le cose che gli occhi normali possono percepire.
Io vedo con altri occhi.
Ho letto che il cuore è costituito per una parte di neuroni, tanti da essere considerato un secondo sistema nervoso.
Il mio è come se avesse sviluppato un collegamento diretto con il nervo ottico.
Le immagini che vengono impresse sulla retina, costruiscono contemporaneamente due tipi di immagini: una nel cervello e una nel cuore.
Il cervello riconosce, confronta, ricorda ed elabora.
Il cuore sente, colora, espande, diffonde, anima.
E quello che esce è qualcosa di tridimensionale, quadrimensionale, pluridimensionale.
È incredibile e fantastico. Una vera fortuna, una roba speciale, troppo per tenerla tutta per me.
Non ce la faccio.
Mi esce dalla pelle.
E diventa oggetti, disegni, dolci, parole, sguardi, respiri, abbracci.
Escono da soli, adesso che li lascio andare e vanno in giro a risuonare.
Creano onde concentriche come un sasso nel lago che a loro volta si incontrano e risuonano.
Questo è quello che vedo adesso.
Questo è quello che sento adesso.
Questo è come sono adesso.