Sto iniziando a capire che messaggio c?è dietro la mia angoscia di morire che si contrappone in modo così forte alla mia curiosità sulla morte.
Ovviamente è tutto legato insieme dalla paura.
Paura di qualcosa?
Ma di che?
Non è per me.
Ho piuttosto chiara la sensazione che si prova, come se l'avessi vissuta già mille volte e la ricordo come una liberazione del tutto naturale.
Il pensiero è per chi rimane.
So che staranno male e questo mi fa soffrire.
Ma so anche che sapranno cavarsela e non solo.
So che sapranno fare un buon uso di questa esperienza vissuta grazie a me.
Allora perché divento idiota?
Idiota nel senso di irrazionale, ipocondriaca, maniaca del controllo e impanicata?
Praticamente il contrario di quello che sono io.
Se mi fa stare male significa che mi deve dire qualcosa e allora ascolto.
Quello che mi è venuto oggi in risposta è legato al messaggio che ho da dare.
Non me ne voglio andare senza aver parlato il più possibile, senza aver vissuto il più possibile, senza aver condiviso il più possibile quello che sento.
Lo sto facendo ma troppo poco.
Probabilmente in me c?è di più e ha fretta di uscire e paura di non fare in tempo.
Me ne accorgo perché quando esprimo sinceramente quello che provo sento dentro di me qualcosa che mi dice GRAZIE, sospirando, lasciando intendere un FINALMENTE.
Averlo capito è già tanto.
Ora il lavoro è vincere la paura del rischio.
Fare quello che mi chiedo è rischioso.
Esporsi è rischioso.
Aprirsi è rischioso.
Uscire è rischioso.
Sperimentare è rischioso.
Stai attenta, me lo diceva sempre mia madre e non sempre l?ho ascoltata.
Credo che non lo farò neanche stavolta?