Il giorno che morirò vorrei che ci fosse il sole.
Magari anche un po? di vento, ma sicuramente il sole.
Poi vorrei che le persone intorno a me fossero felici.
E penso subito che è impossibile.
Un pensiero veloce e automatico, che però poi subito viene captato dalla mia parte saggia che dice: "ma che stai a dì? certo che è possibile..."
Ho sempre faticato a trovare un sogno da realizzare, di quelli che ti metti lì e immagini come sarebbe.
Allora perché non farlo con questo strano desiderio?
Senza troppi freni o preconcetti?
Il classico ?come se?.
Come se morire fosse facile, come se farlo con leggerezza fosse possibile, come se non ci fossero i ma.
Allora sarebbe così: io sto bene, morire non deve essere per forza una sofferenza? anzi dentro di me sono certa che non lo è.
Me lo sono sognata tante volte come si esce dal corpo.
E anche chi è intorno a me sta bene, mi accompagna con piacere, sa cosa sta succedendo ed è quasi curioso di vedere cosa accadrà.
Mi parla con tranquillità, mi rassicura e mi fa anche delle domande.
Tipo: cosa vedi, cosa senti, come se volesse capire cosa si prova in modo di poterlo poi ricordare quando sarà il suo momento.
La parola che mi viene è ?condivisione?, senza tabù.
Ma come si fa?
Mi ripete la parte meno saggia che è sempre lì a ricordarmi quanto sono ingenua e sciocca.
E questo mi fa venire in mente me.
Me quando ero io accanto a chi stava morendo.
E mi sono ricordata che a me è venuto naturale essere tranquilla.
Non felice, è chiaro, ma vicina. E che quindi si può fare.
Le parole sono state esattamente quelle che avrei voluto sentire.
Come i regali: di solito facciamo quelli che vorremmo ricevere.
Vai tranquilla, fai quello che ti senti, non è difficile e qui è tutto ok.
Qui è tutto assolutamente ok.
Noi stiamo bene, anzi ora siamo più vicini che mai e questo è un grande regalo.
Quindi fai quello che senti, se vuoi andare vai, se vuoi restare stai.
Per me va bene tutto. So che farai la scelta migliore!
Ognuno di noi meriterebbe di morire così, con lo stesso incoraggiamento di quando è nato, con la promessa che andrà tutto bene e con la libertà di poter scegliere di andare.