Lo so che è il titolo di un libro di Alexander Lowen... l'ho letto e studiato. Ma purtroppo è anche il sottotitolo di una buona parte della mia vita.
A tratti si ripropone questa condizione per cui mi sento tradita da qualcosa che in realtà molti danno per scontato.
È iniziato tutto molto tempo fa quando all?improvviso ma molto lentamente ho dovuto fare i conti con un mondo che a 6 anni non dovresti conoscere.
I camici bianchi, strani macchinari, sale d?aspetto, indicazioni di piegarsi, girarsi, di più, di meno, come se fossi uno strano animale da studiare?
E poi le facce perplesse, strani esercizi, manipolazioni, gessi, corsetti, camicie di forza da tenere per dormire, scarpe ortopediche, visite in città lontane, tanti soldi spesi per la speranza di guarire.
Mi sembra tutto quasi un film, visto con gli occhi di un bambino che cresce insieme alla paura, alle domande, alla preoccupazione di chi ti vuole bene.
Ma questa è un?altra storia? bella ma un?altra storia che per fortuna ha tanti lieto fine.
Quello che invece mi tocca oggi è l?attore principale di questo racconto. Il mio corpo.
Quando lo scrivo mi viene un nodo in gola. Che strano, me ne accorgo solo ora che sono 3 parole che non so pronunciare.
Come se fossero una parolaccia, o un segreto imbarazzante. Eppure ho spesso la sensazione di aver superato la ?magagna? e invece poi succede qualcosa che mi fa risalire il magone.
Come quando mi invitano alle cene di classe e improvvisamente ridivento quell?adolescente complessata e terrorizzata dagli altri e trovo mille scuse per non andare.
Qui mi torna su il fardello. La tremenda sensazione di avere avuto una specie di disgrazia. Una punizione?
Me lo chiedevo da piccola? perché a me? Perché non a mia sorella (ero un po? bastarda), lei era così bella, così sana e così popolare. Io uno schifo.
Credo di averlo pure scritto su qualche diario segreto che spero nessuno abbia mai trovato.
Poi mi sono adattata. Il mio corpo ha trovato le sue compensazioni e il cuore anche.
Solo che ora qualcosa non sta funzionando.
L?equilibrio è saltato. Ma gli equilibri saltano sempre, è la legge della vita. Va bene così, però fa male.
In realtà ora fa anche meno male, grazie alla terapia, ma adesso che il dolore è diminuito e che il corpo sta trovando un nuovo adattamento, il cuore è rimasto un po? indietro.
Le mie gambe mi stanno abbandonando. Non fare la melodrammatica? me lo dico da sola ma è così.
O almeno questo è quello che sento.
O che non sento.
Non le sento quasi più. Cammino comunque discretamente, con attenzione. Traballo soprattutto quando abbraccio qualcuno che mi tira a se pensando che mi possa sorreggere e invece gli cado in braccio?
Ho sempre detto, anche in tempi non sospetti, che finire su una sedia a rotelle non sarebbe così grave. E lo penso ancora.
Quello che mi fa stare male è il non sentire.
La ferita si è aperta durante una seduta di fisioterapia (o roba simile..).
Sapevo che qualcuno mi stava toccando, lo sentivo dal rumore del lenzuolino e dalla gamba che si spostava. Ma sul piede niente. Per la posizione in cui stavo non potevo vedere. Ma stava succedendo a me. E io non lo sentivo. Mi ha fatto piangere. Mi fa piangere ogni volta. C?è qualcosa che fa più male del dolore.
La sensazione è strana? come sul film ?La storia infinita? il NULLA che avanza. Il NULLA si stà impossessando di me.
Non sentire per me è il NULLA. Mi accorgo solo ora di quanto sia importante per me.
Il corpo, che mi ha sempre dato un sacco di perplessità (per non dire rogne?), mi ha sempre ripagato con un grande livello di sensibilità.
La mia pelle è più ?accesa?, mi fa sentire cose più forti. E io nel tempo ho imparato a prendermi dei piccoli premi sfruttando questa capacità.
Mi piace toccare ed essere toccata. Mi piace anche toccarmi da sola. Mi piace tanto accarezzare con le guance. Il solletico. Baciare, assaggiare, leccare, abbracciare con tutto il corpo. Sentire il calore, la morbidezza, le ruvidità.
Anche le parole che uso più spesso parlano con la pelle.
Accorgermi che una parte di questo tesoro se ne sta andando mi distrugge. Per il momento.
E mentre passo dentro questa tempesta mi ricordo delle altre tempeste.
Quelle che ho comunque attraversato. Molto più giovane, anche troppo, ma anche molto meno stanca.
Spero che anche stavolta al di là del muro troverò un altro tesoro, e se tanto mi da tanto sarà veramente speciale. Il prezzo che sto pagando al momento mi sembra tanto alto?