Prendono forma, prendono vita per poi fiorire, riempire di colori e profumi e poi scomparire sullo sfondo.
Portano messaggi, tristi e dolorosi.
Brutti ricordi di brutte sensazioni, ma sono grandi amici.
Sono i nostri mostri.
Ognuno di noi ne ha, nel profondo del buio di sé.
Ed io oggi ho incontrato un paio dei miei.
Li conoscevo già, ma solo di vista.
Sapevo che c?erano e col tempo e la pazienza ho scoperto pure dove si trovavano.
Allora ho lasciato fuori dalla tana una ciotola con del latte.
Dolce, profumato, una specie di invito pacifico ad uscire.
Una promessa silenziosa che se fossero usciti fuori non gli sarebbe successo nulla.
Io la paura di questo incontro l?ho superata, ma forse loro no.
Oggi il latte ha funzionato. Oggi sono usciti per assaggiarlo.
E io li ho visti.
Li ho sentiti muoversi e ho usato la mia attenzione, con l?intenzione di conoscerli.
L?ho promesso a me stessa qualche tempo fa: non importa cosa può succedere, io non avrò più paura.
E così è stato.
Li ho guardati muoversi, respirare, e in me ha risuonato una vecchia tristezza che ormai però ha una forma. Un volto, una sostanza.
I miei mostri sono delle domande, e le risposte a queste domande.
Domande innocenti, risposte innocenti, che però hanno costruito castelli di spine e muri di vetro.
Le ho sentite chiaramente stavolta, e me le sono ripetute tante volte per non farle tornare nella tana.
Anche se la tristezza tornava su, non era solo dolore, ma anche liberazione.
Ora lo so, ora lo sento ora li conosco i miei piccoli mostri.
Sono piccoli, come me quando li ho creati, ed ora che sto diventando grande potrò prendermi un po? cura di loro, e finalmente anche di me.